Cimafunk
Autentica rock-star afro-cubana, Cimafunk mixa i ritmi caldi afrocubani con il funk e l’hip-hop, flirtando a volte con la danza e l’elettro.
Erik Alejandro Iglesias Rodríguez è nato nel 1989 a Pinar du Río a Cuba. Fa il suo esordio come arrangiatore per artisti cubani e nel gruppo Interactivo, che abbandona dopo due anni, nel 2016. Il cantante, musicista, compositore diventa allora Cimafunk, in riferimento ai cimarróns – dal nome dei fuggitivi che sono riusciti a resistere e sfuggire alla schiavitù durante il periodo coloniale. L’essenza della musica dell’artista? Un forte radicamento nei ritmi della tradizione cubana, che egli stravolge a colpi di afrobeat, di funk e di hip-hop. Dopo l’uscita del suo album “Terapia” nel 2017, Cimafunk fa varie tournée di successo in Europa e negli Stati Uniti in compagnia di La Tribu, il suo gruppo di nove musicisti hawaiani. Vero e proprio tornado per il suo stile musicale e la sua presenza scenica, il cantante con camicie stilose e occhiali neri è diventato uno dei principali showman della scena cubana attuale. I suoi concerti elettrici sono una celebrazione del groove e un’esperienza corporea trascinante. L’artista rivoluziona così la musica cubana contemporanea, ridefinisce l’identità afro-latina e l’eredità delle culture nere. Il suo penultimo album “El Alimento”, nel quale compaiono invitati di tutto riguardo come Georges Clinton, Lupe Fiasco, e CeeLo Green, ha ricevuto una nomination ai Grammy Awards nella categoria Miglior album latino rock o alternativo. È con “Pa’ tu cuerpa”, la sua ultima opera uscita lo scorso 23 agosto, che Cimafunk firma ancora delle belle collaborazioni con, in particolare, la performer Big Freedia, il cantante di reggaeton Wampi e anche Camille Guevera. Un album portatore di un groove emancipatore che fa appello alla liberazione del corpo e che arriva al momento opportuno per prolungare l’estate.
Seun Kuti and Egypt 80
Figlio del pioniere dell'afrobeat Fela Kuti, il musicista nigeriano prolunga questa eredità musicale con il suo groove energico, a fianco del vecchio gruppo di suo padre Egypt 80.
Seun Kuti è nato all’inizio del 1983. Fin dall’età di 9 anni, comincia a fare la prima parte dei concerti di Fela Kuti, interpretando con fervore una manciata di canzoni di Egypt 80. Due anni più tardi, il sassofonista e percussionista in erba si unisce ufficialmente al gruppo. Al momento della scomparsa di Fela Kuti nel 1997 e fedele alla volontà del padre, Seun assume la testa della formazione, che dirige da allora. I concerti vertiginosi del musicista nigeriano mixano sempre brani di suo padre e creazioni proprie, nutrite di varie tradizioni africane che riflettono le lotte e le culture del continente. Dopo la sua prima incisione, il cantante entusiasma il pubblico di Detroit, New York, Los Angeles, Chicago, Filadelfia, Parigi, Londra, Tokyo e soprattutto Lagos. L’uscita dell’album “From Africa with Fury: Rise”, coprodotto con Brian Eno e John Reynolds nel 2011, lo proietta sia sul Billboard magazine che nelle classifiche digitali internazionali. Nelle performance di Seun Kuti & Egypt 80, l'improvvisazione ricopre un ruolo essenziale tanto quanto la composizione e ha sempre un aspetto politico. Fiero dell’eredità musicale di Fela Kuti, Seun prolunga e trasforma l'afrobeat con il suo groove comunicativo e i testi impegnati che egli scrive. Il suo EP “African Dreams” nel 2022, creato con il frontman di Roots e lo straordinario MC Black Thought, consiste di tre remix di canzoni dell’album “BlackTimes”, che ha ricevuto una nomination ai Grammy Awards nel 2018.