Pubblicato il Aprile 30, 2019Aggiornato il Giugno 19, 2023
13 giorni, 3 ore, 47 minuti e 30 secondi: è questo il tempo che l'Imoca del team Malizia II – Yacht Club de Monaco ha impiegato per raggiungere Pointe-à-Pitre dai bastioni di Saint-Malo, nel corso della 40ª « Route du Rhum – destinazione Guadalupa ». Una prova cronometrata che ha permesso allo skipper Boris Herrmann e al fondatore e co-skipper Pierre Casiraghi di ottenere un ottimo 5°posto. Una performance molto incoraggiante per la prossima rotta da portare a termine, nel 2020, la mitica « Vendée Globe ». Un'intervista tra ricordi e progetti per il futuro…
Che cos'è che rende la « Route du Rhum » talmente particolare ?
Boris Herrmann: È una competizione che vanta una lunga storia, una regata mitica. Richiama alla memoria Tabarly e molti altri grandi nomi. « La Route du Rhum» promette sempre belle battaglie.
Qual era il vostro stato d'animo al momento della partenza ?
BH: La regata ha richiesto una grande preparazione per tutte l'equipe, nel corso di un intero anno. Questa dimensione collettiva comporta necessariamente molto più stress rispetto a quando si è soli, impegnati in determinato progetto. Ho quindi lavorato con un coach mentale per imparare a gestire tutto ciò, e mi sono dedicato alla meditazione, all'ipnosi. Con Pierre Casiraghi, abbiamo egualmente preparato nei minimi dettagli le procedure della partenza. È stato lui che, il giorno fatidico, mi ha posizionato l'imbarcazione al meglio per partire nelle migliori condizioni. Il suo ruolo è stato molto importante nel corso dell'intera regata .
Pierre Casiraghi: Ho seguito Boris il più possibile, vivendo la competizione al suo fianco. Ovviamente c'è sempre un po' di stress. Ma per certi versi c'è meno stress in mare che a terra. Sull'imbarcazione si può influire sugli eventi. Mentre quando ci si trova a terra, si è lontani da tutto, talvolta privi di notizie.
All'arrivo vi siete qualificati al 5° posto. Quale bilancio traete da questa vostra prima « Route du Rhum » ?
BH: Sono molto orgoglioso di questo 5° posto. Dopo essere arrivati a Guadalupa, la nostra imbarcazione avrebbe potuto continuare, e ciò rappresenta un ottimo auspicio per le regate a venire. Questa « Route du Rhum » ha rappresentato un test su scala reale della « Vendée Globe », dove le attese saranno ancora maggiori. Si trattava quindi di gestire bene la regata, sul mare come a terra, con rigore e professionalità, preservando l'imbarcazione ed evitando le opzioni troppo estreme
PC: Boris ha effettuato un'ottima partenza. Dopo le cose si sono un po' più complicate, ma è riuscito a gestire al meglio la regata e a mantenersi fiducioso delle sue scelte. Non è qualcosa di scontato quando sei solo su un percorso così diverso dal solito. Tuttavia ha saputo rimanere sulla giusta la rotta, con il morale alto. Un'ottima esperienza per l'avvenire !
E L'avvenire è appunto la « Vendée globe », nel 2020. Che cosa rappresenta per voi ?
PC: Altri anni di lavoro ! Ormai ce l'abbiamo nel mirino da molto tempo. È estremamente eccitante. E se riusciremo a prendere il via e a terminare la regata, sarà veramente qualcosa d' eccezionale, ed un'enorme soddisfazione per tutta l'equipe.
Per lei, Boris Herrmann, ciò significherà da 80 a 90 giorni da solo in mare. Non sarà facile…
BH: Certo, Ci saranno momenti di solitudine. Ma il fatto di partire soli rende le cose ancora più pure. È con una meditazione: sei in mare, faccia a faccia con te stesso, senza sapere cosa potrà succedere. In poche parole: affascinante !
Oltre allo sport, il team Malizia II – Yacht Club de Monaco, rappresenta anche una certa « filosofia del mare », più specificamente in termini di protezione dell'ambiente…
PC: Assolutamente, è una causa nei confronti della quale sono sempre stato particolarmente sensibile, e che conta molto. Inoltre, con il team Malizia II – Yacht Club de Monaco, facciamo del nostro meglio per sensibilizzare le persone.
BH: Nel corso di questa « Route du Rhum », l'imbarcazione era dotata di un mini laboratorio automatico. Un sistema posto sotto la supervisione degli scienziati, che pompava permanentemente l'acqua di mare al fine di poterla analizzare. Lo scopo era quello di raccogliere dati, in particolare la misura delle quantità di CO2 assorbite dall'oceano. In tal modo abbiamo avuto l'opportunità di scambiare con gli scienziati informazioni preziose sulle problematiche climatologiche, e quindi trasmettere il messaggio alle scuole, e a quei bambini che seguiranno l'avventura della « Route du Rhum » o della « Vendée Globe ».
Per concludere, quali sono i vostri eventi e luoghi feticcio a Monaco ?
BH: Mi piace molto esplorare Monaco. Vengo qui molto spesso da sei anni a questa parte. Ci sono così tante iniziative, attività e istituzioni che propongono eventi. Ma se dovessi sceglierne uno, allora sarebbe il Museo Oceanografico ! E poi anche la « Monaco Ocean Week ».
PC.: Lo Yacht Club de Monaco ! E poi la magia di Monaco, il fatto che siamo così piccoli e così grandi nello stesso tempo. È un crogiolo di culture. Un vero e proprio villaggio mondiale. la sua influenza e il suo prestigio sono incredibili !
© Jean-Marie LIOT
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