Pubblicato il Ottobre 17, 2023Aggiornato il Novembre 28, 2024
Scrigno immaginato da artisti e architetti, il Casino de Monte-Carlo è un luogo leggendario noto per la sua eleganza senza tempo, la sua storia emblematica, la sua bellezza ornamentale e la sua aura misteriosa. Dietro la facciata Belle Époque del tempio del gioco, costruito nel 1879 da Charles Garnier, si trovano opere d'arte su pareti e soffitti, dipinti, vetrate colorate e bassorilievi che conferiscono a questo luogo il suo fascino. Scoprite i segreti e gli aneddoti del Casino de Monte-Carlo che fanno parte della sua storia affascinante.
Per coloro che sono interessati al patrimonio architettonico e pittorico murale della Costa Azzurra, il Casino de Monte-Carlo rientra tra le tappe imprescindibili, per via degli artisti che vi hanno lavorato tra il 1863 e il 1910. Attorno al tema della donna e della natura, ogni spazio promuove un ambiente unico e ovattato grazie alle opere pittoriche e ai ricchi ornamenti. Sovrastata da una grande vetrata e da otto lampadari in cristallo di Boemia, la Salle Europe cristallizza lo spirito del gioco attorno alle partite di craps.
Foto: sulle pareti della Salle Europe, le opere degli artisti francesi Paul Steck, Pedro Ribera, Georges Picard e Félix-Hippolyte Lucas.
Su ogni lato dell'ingresso, Paul Steck, allievo di Jean-Léon Gérôme e ispettore per l'insegnamento del disegno, ha dipinto due emblematiche scene locali nel 1898: la Raccolta delle arance e la Passeggiata sul mare. Mentre Georges Picard celebra l'Autunno e la Primavera, Félix-Hippolyte Lucas mette in scena delle allegoria della pittura e della musica. E si racconta anche che dagli oculi oggi murati, Camille Blanc, all'epoca presidente della Société des Bains de Mer, tenesse d'occhio dipendenti e giocatori.
Foto: gli oculi da cui si poteva osservare la Salle Europe.
Da qui, si accede al bistro chic del Salon Rose, che ai tempi della sua costruzione nel 1903 fungeva da fumoir, con il suo ampio soffitto dalle tinte scure pensate per mascherare le volute di fumo. Entrando, si viene accolti da rappresentazioni di donne abbigliate secondo la moda del XVIII secolo. Ed è noto quanto l’imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone III, amasse questo periodo! Sul soffitto, i giocatori possono osservare un fenomeno decisamente divertente: le natiche del cherubino, che sembrano sempre rivolte frontalmente, seguono l'osservatore come lo sguardo della Gioconda.
Foto: sul soffitto del ristorante del Salon Rose, antico fumoir del casinò, Le Fumatrici dipinte da Massimiliano Gallelli.
Progettata nel 1881 dall’architetto Charles Garnier, la Salle des Amériques unisce le luci contemporanee delle slot-machine a opere dipinte da Sir Lawrence Alma Tadema e Christian Ludwig Bokelman e incredibili maschere scolpite che simboleggiano le quattro stagioni.
Foto: la Salle des Amériques realizzata nel 1881 dall'architetto Charles Garnier.
Costruita nel 1903 come salone di lettura per gli accompagnatori, la Salle Blanche riunisce oggi i giocatori VIP attorno a un'opera di Paul Gervais, Le Grazie Fiorentine. Si narra che questo famoso pittore abbia dato alle tre antiche dee il viso di donne famose della Monte-Carlo della Belle Époque: Liane de Pougy, Émilienne d’Alençon e La Belle Otéro. Essendo le tre donne dipinte nude, l'opera sollevò ovviamente il suo piccolo scandalo.
Dedicate oggi ai grandi eventi, le Salles jumelles concepite dall'architetto Jules Touzet nel 1890, erano un tempo delle anticamere di conversazione. Ornate nella parte bassa con motivi che celebrano la natura, ospitano una vetrata colorata con ritratti femminili che rappresentano le emozioni e sono coronate di vetrate firmate dalla maison parigina Prestat et Cie, ciascuna caratterizzata da un'iscrizione diversa.
Foto: in uno dei due saloni Touzet, omaggio alla natura con il quadro Giovani donne che giocano con dei cigni di Léon Hodebert.
La passeggiata si conclude nella famosa sala concepita nel 1910 dall'architetto Julien Médecin, per i più grandi giocatori e i tornei. Uno spazio esaltato dai dipinti di Armand Segaud che rende omaggio al mattino, al giorno, alla sera e alla notte, e su cui dominano i bassorilievi di Émile Peynot con l'effige del dio del sole Elios e di sua sorella Selene, dea della luna.
Foto: i bassorilievi dello scultore Émile Peynot, in particolare Il Carro dell'amore, ornano la Salle Médecin - Nella Salle Médecin, Mezzogiorno di Armand Segaud.
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