Pubblicato il Dicembre 02, 2022Aggiornato il Novembre 28, 2024
Al Palazzo dei Principi, nascosti sotto i dipinti del XIX secolo, sono stati scoperti 600 m2 di affreschi del Rinascimento.
Scoprite in questo articolo un tesoro del Rinascimento che potrete contemplare al Palazzo dei Principi di Monaco dal 1° aprile al 15 ottobre 2023.
“Quando abbiamo fatto le prime scoperte, abbiamo pianto. La bellezza è stata molto commovente.... Ci siamo sentiti come Indiana Jones!”, racconta entusiasta Christian Gautier, direttore del progetto di conservazione e restauro degli affreschi. La sorpresa è avvenuta durante il restauro delle facciate che affiancano il Cortile d’onore del Palazzo, avviato nel 2013. Sulle impalcature, i pittori esaminano le volte e le lunette della Galleria d’Ercole. Percepiscono che una decorazione più antica si cela sotto gli strati di pittura del XIX secolo. L’intuizione è confermata. Motivi mitologici dai colori freschi e puri appaiono dopo qualche colpo di scalpello. Le analisi dimostreranno che si tratta di affreschi risalenti al Rinascimento italiano, che mettono in scena le fatiche di Ercole, la sua nascita e la sua morte.
Questa prima scoperta non è rimasta isolata. Nel 2016, quando un elettricista incide una perdita nell’angolo del soffitto di quello che allora si chiamava il salone Matignon, un frammento di stucco si stacca. Vengono quindi realizzate delle indagini e i team scoprono al centro del soffitto un medaglione con Europa rapita da Giove, rappresentato sotto le sembianze di un toro... Serviranno quattro anni per restaurare il soffitto e il fregio affrescati e scoprire un mondo di “grottesche” (personaggi a metà umani e a metà animali). Le indagini proseguono nella Sala del Trono: nel 2020 viene scoperto un insieme di affreschi di 220 m2 sotto gli strati di riverniciatura. E non è escluso che le scoperte non finiscano qua...
Chi ha realizzato questi originali affreschi? “È il grande mistero”, confida Christian Gautier, secondo il quale esiste “una grande influenza delle scuole di Raffaello e Michelangelo”. Le ricerche continuano, ma negli archivi del Palazzo dei Principi si è già scoperta una ricevuta del 1547, che attesta un pagamento del signore di Monaco al pittore genovese Nicolosio Granello, discepolo di Raffaello. Questo restauro è eccezionale sotto più di un aspetto. “10 anni di lavori: è il progetto di una vita. Finora ha riunito 60 ricercatori, storici dell’arte e restauratori. C’era sempre una ventina di persone che lavoravano sul posto”.
Il protocollo definito da un comitato di esperti raccomanda l’utilizzo di metodologie eco-responsabili: “Abbiamo rinunciato a tutti i prodotti tradizionali del restauro, tossici e petrolchimici. Abbiamo utilizzato dei sostituti, come la gomma arabica o pigmenti sintetici per sostituire i pigmenti il cui bilancio ambientale è catastrofico. Abbiamo lavorato alla creazione di nuovi acquerelli e di una palette di 14 colori somiglianti a quelli dei dipinti del XVI secolo, con un invecchiamento reale, creato in laboratorio”. Un’altra innovazione è la Galleria d’Ercole: in quanto luogo di ricevimento officiale dei capi di stato e delle personalità più importanti, è stato necessario sviluppare pannelli rimovibili per nascondere le parti in bianco e mancanti. “Abbiamo adottato una tecnologia utilizzata dall’ industria aeronautica per la fabbricazione delle ali degli aerei”, osserva Christian Gautier. “Quest’opera è un laboratorio, un modello di cantiere del XXI secolo”.
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