Ispirandosi in parte al quadro di Linda Nochlin "The Body in Pieces: The Fragment as a Metaphor of Modernity" (1994), riesamina tali idee attraverso le opere di diversi maestri del XX e del XXI secolo, tra cui Louise Bourgeois, Berlinde de Bruyckere, Ellen Gallagher, Eva Hesse, Lee Lozano, Anna Maria Maiolino, Christina Quarles, Cindy Sherman, Pipilotti Rist ,Alina Szapocznikow e altri ancora. Come a scritto Nochlin a proposito dei lavori di Louise Bourgeois e di Cindy Sherman, tra l'altro, «il corpo postmoderno, dal punto di vista di quello degli artisti e di molto altri artiste, è concepito unicamente come un «corpo in pezzi»: l'idea stessa d'un soggetto unificato e senza ambiguità di genere nel loro lavoro desterebbe sospetti.
« Abstractions corporelles / Anatomies fragmentées » esplora una varietà di approcci e di tecniche estetiche come l'astrazione, la frammentazione, il ridimensionamento, la sovrapposizione, la mutazione e la mutilazione. Le opere sovvertono l'elevazione a feticcio del corpo femminile o tradizionalmente di genere o sua riduzione a parti sessualizzate e apparenze di superficie, e le sostituiscono con opere che si confrontano con altre che affrontano l'esperienza centrata sulla donna, o non binaria, rimpiazzandole con opere che invece apprezzano l'esperienza centrata sulla forma o non binaria la manifestazione esteriore del sentimento interiore, gli stati psicologici profondi e l'intelletto.
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